(Adnkronos) – Nelle pazienti con carcinoma ovarico che hanno avuto una risposta alla chemioterapia a base di platino, il trattamento con niraparib (Parp inibitore), come terapia di mantenimento in prima linea, ha dato benefici clinici duraturi in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia. Lo rivelano i dati dello studio ‘Prima’ (di fase 3) presentati al congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) in corso a Parigi. Lo annuncia l’azienda farmaceutica Gsk sottolineando che questo beneficio è stato mantenuto in tutti i sottogruppi di biomarcatori, inclusi Brcam, Hrd e Hrp.