Interessante – ma a tratti deludente – il confronto tra politici in corsa per le elezioni e le forze sindacali che si è tenuto ieri a Roma, con un ampia partecipazione di dirigenti medici e sanitari e una coesione mai vista a livello intersindacale.
Tra gli interventi, l’ex Sottosegretario Zampa (Partito Democratico) ha riportato l’impegno assunto dal suo partito di arrivare in 5 anni a destinare il 7% del PIL alla Sanità; l’on. Parente (Italia Viva) ha proposto di battersi per raggiungere una autonomia differenziata per Istruzione e Sanità; l’on. Castellone (Movimento 5 stelle) ha rivendicato il risultato dell’incremento delle borse di studio per le Scuole di Specializzazione; l’On. Coletto (Lega) ha dichiarato la disponibilità del suo partito a trovare soluzioni per incrementare le assunzioni dei medici.
Complessivamente, abbiamo osservato una sostanziale impreparazione ai nostri temi da parte degli ospiti, ancor più frustrante se consideriamo le innumerevoli azioni svolte dai Sindacati singolarmente e dall’Intersindacale, al fine di denunciare le drammatiche esigenze del SSN. I dati sono impietosi: sette medici al giorno lasciano il SSN, 9mila negli ultimi 3 anni, che diventeranno 22 mila tra 3 anni se il fenomeno non sarà fermato. Invochiamo, pertanto, un deciso intervento della politica, quella con la P maiuscola, la quale, come ho avuto modo di dire nel corso mio intervento, deve saper volare alto, per rendere attrattivo il sistema sanitario pubblico, stoppando, mediante interventi quali la defiscalizzazione, la fuga dei medici e dei dirigenti sanitari verso la sanità privata.
Andando, poi, a esaminare i programmi dei partiti in lizza, troviamo solo generiche rassicurazioni sulle azioni atte a ridurre l’imbuto formativo, con la proposta di assunzione negli ospedali degli specializzandi, ma anche contraddizioni, come sul tema del test di ingresso all’Università. Purtroppo non abbiamo registrato alcuna concreta possibilità di stralciare i fondi destinati alla Sanità dall’autonomia differenziata. Nessuno chiede, in modo serio, una riforma come quella del quarto governo Andreotti, nel 1978, allorquando la politica riusciva a comprendere il valore inestimabile del sistema sanitario pubblico, equo ed universale.
In conclusione, la sensazione predominante ricavata da questo incontro è che la strada per rimettere al centro dell’agenda politica la sanità è ancora molto lunga, sicuramente in salita. Purtroppo, il lavoro delle organizzazioni sindacali, che difendono il diritto costituzionale alla salute e al tempo stesso ricercano soluzioni atte a rendere il nostro lavoro dignitoso, è solo all’inizio.
Fabio Pinto
Segretario Nazionale Area Radiologica SNR-FASSID