«La domanda inappropriata di approfondimenti diagnostici è un problema di cultura e non si può risolvere con le multe ma con la collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale». Corrado Bibbolino, segretario del Sindacato nazionale area radiologica, interviene così su uno dei temi all’ordine del giorno nella politica sanitaria: l’eccesso di prescrizioni non appropriate. «Un altro miglioramento – continua Bibbolino – deriverebbe dall’applicazione su scala nazionale dei Rao, i Raggruppamenti di attesa omogenea che in alcune Regioni hanno già tagliato i tempi di attesa». Molti degli esami sono di competenza radiologica: «I radiologi oggi lavorano quattro volte di più rispetto al 2000 e il 40% degli esami richiesti è inappropriato. L’applicazione della direttiva europea, molto severa, ci permette di avere un numero di Tac nella media europea, ma siamo il Paese con il numero di risonanze magnetiche più alto al mondo». E proprio le risonanze (al ginocchio e alla colonna lombare) sono due delle cinque pratiche a maggior rischio di inappropriatezza segnalate dai radiologi della Sirm nell’ambito del progetto Choosing Wisely che, ricorda Bibbolino, vedrà il board mondiale riunirisi a Roma nel 2016. Il presidente della Fondazione area radiologica Francesco Lucà propone che tutti gli attori si mettano a un tavolo «per formulare dei protocolli e stabilire che a una data patologia in linea di massima devono corrispondere certi esami e non altri. Ormai la semeiotica medica è stata sostituita dalla semeiotica radiologica: torniamo alla semeiotica medica e faremo anche meno esami. I medici di famiglia non devono farsi suggestionare da richieste dei pazienti; applicando la loro capacità clinica possono ottenere una riduzione delle prescrizioni. A loro volta, gli specialisti non devono chiedere esami che non hanno una vera utilità. Occorre tornare a un rapporto corretto tra il medico e il paziente, con il dialogo e un’educazione che faccia capire a quest’ultimo che va fatto solo ciò che serve davvero e che, oltretutto, certi esami hanno dei rischi: le radiazioni sono molto più controllabili che in passato, però ci sono».
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