Queste le prime valutazioni di Corrado Bibbolino sull’impatto del decreto fatte a margine di un incontro sull’argomento tenutosi lo scorso 17 febbraio presso il San Camillo di Roma con Federico Gelli, deputato Pd e relatore della legge sulla responsabilità sanitaria. «Se approvata, mi aspetto che la legge sulla responsabilità medica riesca da subito a produrre un impatto positivo sull’iperproduzione di medicina difensiva, fermando il circolo vizioso che fa seguire alle sentenze sfavorevoli a strutture e medici un’impennata degli esami prescritti. Se poi in tutta Italia le strutture sanitarie adeguassero i propri standard di prevenzione dell’errore al resto dei paesi occidentali, accanto al tetto ai risarcimenti e all’introduzione di periti con competenza specifica nei contenziosi, si renderebbe subito operativo un terzo elemento di tranquillità per il sanitario, la segretezza dell’audit». L’iter di approvazione del provvedimento che modifica codice civile, penale e diritto amministrativo è agli sgoccioli. L’approvazione finale alla Camera è possibile già giovedì, e se non si è potuta calendarizzare ad oggi è per la concomitanza della conversione in legge del decreto Milleproroghe su cui il governo ha posto la fiducia. Il testo, che oltre a Gelli alla Camera ha avuto come relatore in Senato Amedeo Bianco, ex presidente Fnomceo, distingue la responsabilità sanitaria in contrattuale per la struttura ed extracontrattuale per il sanitario dipendente o convenzionato o in intramoenia che sarà chiamato a rispondere per colpa grave solo per negligenza-imprudenza o, in caso di imperizia, solo se non ha rispettato le linee guida validate a livello nazionale ed internazionale e comunque entro un tetto commisurato a 3 anni di retribuzione. Starà al paziente provare la colpa medica e non al medico discolparsi, e l’azione risarcitoria si prescriverà a 5 anni e non a 10. Una volta approvata la legge, ci sono però i decreti da mettere su strada per realizzare le parti della legge relative al controllo del rischio e alle coperture assicurative “accessibili”.
Il primo decreto, del Ministero della Salute, entro 3 mesi dall’entrata in vigore della legge, istituisce all’Agenas previa intesa con le regioni l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza in sanita che raccoglie i dati sugli errori censiti dai centri di sorveglianza nelle varie regioni; il secondo decreto, (di ministri di Sviluppo e Salute) entro 4 mesi dall’entrata in vigore della legge dovrebbe determinare i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e per i sanitari, e le regole con cui le compagnie verseranno ogni anno una percentuale del premio per finanziare il Fondo di garanzia volto a coprire i dati ultra-massimale e i casi di fallimento/insolvenza dell’azienda sanitaria condannata a risarcire. «Se la legge passa dovrebbe essa stessa produrre effetti diretti», dice Gelli. «Obbligo per le strutture pubbliche e private di coprirsi con un’assicurazione, nascita di strutture di risk management in ospedali ed Asl, distinzione tra responsabilità contrattuale in capo alla struttura ed extracontrattuale in capo al medico, sono tutti elementi in grado di cambiare le cose e che possono essere resi operativi da subito. Quanto ai due decreti citati, mi aspetterei che, ove fosse approvata la legge, al più presto i Ministeri, in particolare quello della Salute, creassero le condizioni per realizzare le premesse del dispositivo. E’ da 20 anni che si chiede un testo che dia certezze ai medici».