L’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL della dirigenza sanitaria è stato inviato al Ministero della Funzione Pubblica. Dopo sei mesi dall’atto di indirizzo “madre” del Governo per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego e dopo tre mesi da quello per il comparto della sanità prodotto dal comitato di settore delle Regioni.
Un ritardo inammissibile, probabilmente non casuale, mentre venivano avviati i tavoli con il comparto e la medicina convenzionata, sullo sfondo del ping pong sul finanziamento tra il Presidente del comitato di settore, organo tecnico delle Regioni, ed il Ministro della salute, con i Medici nello scomodo ruolo di pallina. Nessuno ricorda più che il contratto è fermo da otto anni per decisione di vari Governi, che gli oneri relativi devono, per legge, essere accantonati per tempo dalle Regioni, che, in questi anni, si è risparmiato solo sul personale, che ha pagato sulla propria pelle i piani di rientro e il definanziamento del sistema, attraverso il peggioramento delle condizioni di lavoro e l’erosione sistematica dei fondi della contrattazione decentrata.
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