Il 13 marzo, dopo mesi di stallo, uno sciopero revocato sulla promessa del Ministro della salute -inevasa da due mesi – di attivare un tavolo di confronto tra Organizzazioni sindacali Governo e Regioni, siamo stati convocati dall’Aran. Avevamo immaginato che il tempo concesso avrebbe prodotto qualche soluzione ai diversi nodi irrisolti che bloccano un rinnovo atteso da dieci anni.
La riunione del 13 non ha partorito altro che un ipotetico appuntamento ad oggi 21 marzo.
Oggi però l’Aran non ci ha convocati, e questo, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, denuncia inequivocabilmente una clamorosa impreparazione di Governo e Regioni su un tema che sta incentivando il disagio dei sanitari che cercano vie di fuga dagli ospedali e dai servizi (quota 100) e allunga le liste d’attesa e il disagio dei cittadini che il ministro Grillo attribuisce disinvoltamente all’intramoenia.
Il tempo è ormai un elemento critico di questa contrattazione. Sia per i 10 anni di attesa, sia per le settimane e i mesi di inerzia e di tatticismo datoriale di questa fase negoziale.
Il tempo che abbiamo concesso a Governo e Regioni sta per scadere, e se non si vedranno a brevissimo risposte tangibili e soddisfacenti le reazioni dei sindacati e dei singoli dirigenti medici e sanitari in ogni sede di lavoro saranno sorprendenti.
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