(Adnkronos) – “L’etichetta nutrizionale non basta se non si riduce il consumo di alimenti ultra-processati”. E’ quanto ha stabilito uno studio del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Irccs Neuromed, in collaborazione con l’Università dell’Insubria di Varese e Como, l’Università di Catania e Mediterranea Cardiocentro di Napoli. Pubblicato sul ‘British Medical Journal’, lo studio ha analizzato l’impatto combinato sulla salute del sistema di etichettatura ‘Nutri-Score’ e del grado di trasformazione degli alimenti. “Gli alimenti non sono caratterizzati solo dalla loro composizione e qualità nutrizionale, ma anche dal grado di lavorazione a cui sono sottoposti – osservano i ricercatori – Quest’ultimo elemento risulta cruciale per conoscere il reale effetto del cibo sulla salute, e la sua indicazione sulle etichette aiuterebbe i consumatori a scegliere con maggiore consapevolezza”.