(Adnkronos) – Mezzo secolo fa un team di chirurghi in Texas ebbe l’intuizione di realizzare la prima protesi peniena che sostituisce il sistema idraulico del pene danneggiato dal tumore alla prostata. Da allora sono migliorate le tecniche e i materiali, e per il futuro è allo studio una nuova generazioni di protesi ‘touchless’, di più facile utilizzo, che al posto della ‘pompetta’ hanno un neurotrasmettitore modulare che percepisce lo stimolo eccitativo dal sistema nervoso centrale per innescare l’erezione. A fare il punto è la Società italiana di andrologia (Sia), durante il congresso nazionale in corso a Roma fino al 25 giugno. Gli esperti richiamano l’attenzione delle istituzioni sul fatto che In Italia “appena un paziente su 10 accede all’impianto tramite servizio pubblico o convenzionato”.