Dura la reazione della Fnomceo, sui Tempari delle prestazioni specialistiche ambulatoriali che alcune Regioni hanno imposto per decreto.Venerdì scorso in sede di Consiglio Nazionale a Siena è stata approvata all’unanimità una Mozione per ribadire “che il rapporto numero di prestazioni / unità di tempo, proprio dell’industria manifatturiera, non è applicabile alla Medicina“, denunciare il pericolo per la salute dei pazienti e lo svilimento della relazione di cura e chiedere “il ritiro delle disposizioni sui tempari nelle Regioni nelle quali sono stati approvati senza la consultazione della Professione”.
“Non voglio neppure pensare di non poter prolungare un’ecografia morfologica sino a che non ho la piena certezza che il feto sia sano, o di non potermi prendere tutto il tempo necessario per comunicare una diagnosi infausta, solo per rimanere nell’ambito della mia esperienza di Medico Radiologo – ha affermato il Presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani -. Il nostro Codice Deontologico ribadisce a chiare lettere che anche il tempo di comunicazione è tempo di cura. Vogliamo un Codice fuorilegge? Una relazione di cura o a ore oppure clandestina? Vogliamo lesinare la quantità di cura erogata ai nostri pazienti, misurandola col cronometro? La Fnomceo non può accettarlo”.
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