Roma, 15 febbraio 2024 – E’ apprezzabile per il Segretario Nazionale Argalia la misura che limita le cause penali per il personale sanitario alla colpa grave, inserita nel milleproroghe e che norma in tal senso i prossimi dieci mesi. “E’ una prima importante risposta, ma non sposta l’esigenza di una riforma organica che combatta la minaccia di “denuncia facile” ai medici, contro i quali assistiamo ogni anno ad oltre 35.000 cause, nel 97% dei casi risolte con un nulla di fatto. Tra l’altro utile per evitare l’abuso di medicina difensiva, le iperprescrizioni che costano ogni anno al SSN oltre 11 miliardi, che sarebbe meglio spendere in assunzione di personale”.
La norma approvata ieri dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera fornisce già alcune linee guida della futura riforma: innanzitutto la limitazione della responsabilità dei medici per omicidio colposo e lesione personale (articoli 589 e 590 codice penale) alla sola colpa grave. “Non possiamo che concordare col Ministro Schillaci sull’importanza di questo primo passo – continua Giulio Argalia – Ancora più importante mi sembra sottolineare che quello stesso scudo proteggerà medici e infermieri dal rischio di azioni penali «in situazioni di grave carenza di personale sanitario. Per la valutazione dei fatti «si tiene conto – si legge infatti nel Testo approvato – delle condizioni di lavoro dell’esercente la professione sanitaria, dell’entità delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, del contesto organizzativo in cui i fatti sono commessi nonché del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato». Una constatazione scritta dell’effettiva carenza di personale che affligge il nostro Servizio Sanitario in maniera drammatica soprattutto in alcuni servizi. E questo ci porta dritti dritti all’altra misura inserita ieri nel milleproroghe: quella che estende l’età pensionabile dei medici a 72 anni. Ecco, su questa, come sul richiamo dei pensionati in corsia, siamo molto perplessi, perché per noi la soluzione è la stabilizzazione dei giovani specialisti precari che andrebbero assunti, abolendo il tetto di spesa e allargando le piante organiche con nuovi atti aziendali pensati per costruire le reti cliniche che integrino l’assenza ospedaliera con quella territoriale, come previsto nei DM 70- DM 77 per i quali siamo impegnati al tavolo di discussione. Altre soluzioni tampone alla carenza di personale, come il ricorso ai medici gettonisti (1,7 miliardi di euro spesi in cinque anni, dal 2019 ad agosto del 2023) ci vedono infine assolutamente contrari. Uno sperpero di denaro pubblico da scongiurare”.