Cantava Caterina Caselli intonando la famosa canzone di Paolo
Conte. Attualmente nel nostro Paese e non solo è venuta
meno la capacità di dialogo ed analisi. La velocità dei tweet
e l’immediatezza della comunicazione informatica hanno soppiantato
la capacità di ascoltare e cercare di capire le ragioni dell’altro.
Solo per questo si è potuto procedere da un pò di tempo a questa
parte a confondere nel baccano norme e leggi soppiantate dalla propaganda
politica. A discapito della correttezza dell’assistenza e di
quella qualità dei servizi offerti dal nostro SSN oggi in declino.
Il confuso ed ormai celebre comma 566, assieme alla volontà delle Regioni
di assumere medici ”a basso costo” con il sistema del doppio
canale formativo, cerca di togliere ruolo alla professione medica che
per la verità molto ha fatto in questi ultimi anni per farselo togliere.
La spinta di gruppi politici ed economici alla massificazione elimina i
centri di responsabilità intermedi riducendo ovunque le strutture complesse
ridisegnando gli assetti in nome di falsi risparmi, quasi sempre
a scapito dei servizi. Queste private di ogni significato clinico a causa
delle macrodimensioni e della onerosità dei compiti burocratici perdono
peso specifico nel contesto delle aziende e spesso sono costrette
dalla disastrosa corsa alla iperproduttività (di cui non si riesce
a vedere la fine e la logica) a condividere con affidamenti esterni non
sempre trasparenti la gestione del reparto.
In questo senso la denuncia di inappropriatezza venuta contemporaneamente
nella metà di Marzo da Beatrice Lorenzin e da Carlo Masciocchi