Mentre il caldo torrido anticipa nella mente le ferie ed il dibattito politico generale si concentra sulla questione greca con tutti i suoi risvolti non a tutti evidenti, silente e stritolante come le spire di un serpente si insinua nel mondo del SSN l’accordo della Conferenza Stato Regioni che va sotto il nome di Patto della Salute.
Salute di chi? viene da chiedersi. Un taglio feroce di 2.352 miliardi ad un sistema sanitario nazionale che, in particolare nelle Regioni soggette a Piano di rientro, ha già da tempo cessato di vivere limitandosi ad una stentata sopravvivenza che lascia praterie e colline incustodite, preda delle scorrerie delle finanziarie pronte a reperire mano d’opera a prezzi infimi per offrire prestazioni a pagamento a basso costo, o a compagnie di assicurazioni convenzionate con lussuose cliniche “high” come negli anni 50 dell’Italietta che cresceva.
Sottacendo o facendo finta di non vedere che qualcuno rinuncia a curarsi.
Il taglio dei primariati, inutile e demagogico scoop di un finto risparmio, assesta un violento uppercut alle velleità di un servizio che si pone come uno dei migliori al mondo, decapitandolo delle possibilità di aspirare ad una carriera onorevole da parte di coloro che debbono erogare le prestazioni. Ma veramente qualcuno può pensare che la riduzione dei primariati sia la chiave di volta del risparmio?
Eh sì, perché alla fine del percorso, dei “bersagli” e dei valutatori, dell’esercito di coloro che ci dicono cosa e come dobbiamo fare senza averlo mai fatto, ci sono le corsie, le sale di diagnostica, le sale operatorie di quegli ospedali che ancora cercano, a dispetto di tutto, di fare buona medicina.
Vengono rivolti appelli e proclami per l’unità sindacale: unità ma nel rispetto della specificità e della diversità secondo i principi che già abbiamo lungamente sperimentato fondando e lavorando in Fassid. Vogliamo standard univoci e condivisi e poi una loro difesa unitaria. Ai radiologi sono state accorpate nove strutture in una e chi ha fatto il decreto veniva dal nostro mondo. E nelle singole realtà quelli che patiscono le semplificazioni più brutali sono i servizi clinici come i nostri.
Non abbiamo mai discusso gli standard della conferenza Stato Regioni. Essi sono iniqui e sbilanciati e rischiano di affossare definitivamente, colpendo le radiologie, le strutture ospedaliere sempre più subappaltate a esterni di cui non sempre sono chiari interessi e proprietà. Siamo tutti d’accordo nel rivedere gli standard prima di applicarli?
Abbiamo accettato e condiviso gli appelli per una lotta unitaria degli altri sindacati, ci sforziamo di fare della appropriatezza un nostro compito precipuo ma i turni di lavoro sono asfissianti e ricordano quella alienazione che ispirò a Marx ed Engels il Capitale (lo dice l’American College of Radiology).
Nel Patto della Salute è contenuto un ossimoro, figlio di una competenza modesta, che chiede aumento della appropriatezza e della “produttività”.
Produttività? Sa chi ha scritto quelle righe che in radiologia siamo già i più “produttivi” del mondo?
E appropriatezza. Conosce chi ha scritto quelle righe il progetto mondiale di Choosing Wisely?
Siamo stati tra i primi in Italia a fornire le 5 pratiche a maggiore rischio di inappropriatezza. E ospiteremo il 12 e 13 maggio 2016 al Cardello il Board Mondiale di Choosing Wisely proprio in riconoscimento del lavoro fatto dal gruppo Italiano di Slow Medicine anche nel nostro settore. Ma i nostri politici sotto elezioni ci chiedono di aprire di notte, che fa più fico, salvo poi invocare la commissione di disciplina per futili motivi.
Grazie alla Corte Costituzionale si riaprirà la stagione contrattuale preceduta dalla unificazione delle aree.
Noi con la Fassid lo abbiamo fatto per tempo e finalmente dovrà essere riconosciuto il nostro ruolo di secondo sindacato della dirigenza medica e sanitaria, primo dei servizi clinici specialistici. Ed arriveremo a quella stagione con una confederazione nuova, fatta con i dirigenti dello Stato, la CODIRP. Porteremo il nostro contributo alla stagione delle lotte di autunno che ci prepariamo ad intraprendere e che culminerà in una manifestazione unitaria, forse alla fine di ottobre, per salvare il nostro lavoro.
Patto ha la stessa radice di pace. E non possiamo dimenticare che se si vuole la pace occorre preparare la guerra, che si vince più facilmente se si combatte per una giusta causa: la difesa della salute dei cittadini dagli affaristi e dagli speculatori.
Corrado Bibbolino