“[…] Se l’IA non è controllata e guidata in modo equo e sostenibile, può esacerbare i problemi sociali, dai pregiudizi alla discriminazione; erodere l’autonomia e la responsabilità umana; amplificare i problemi del passato, dall’iniqua allocazione della ricchezza allo sviluppo di una cultura della mera distrazione, quella del “panem et digital circenses”. L’IA rischia di trasformarsi da parte della soluzione a parte del problema. Questo è il motivo per cui iniziative etiche e buone norme internazionali sono essenziali per garantire che l’IA rimanga una potente forza per il bene.
[…] La pandemia ha reso palese che la posta in gioco non risiede tanto nell’innovazione digitale, quanto piuttosto nella corretta governance del digitale. Le tecnologie aumentano e migliorano ogni giorno. Tuttavia, per salvare il nostro pianeta e noi stessi, anche da noi stessi, possiamo e dobbiamo utilizzarle molto meglio; basti pensare alla diffusione di disinformazione relativa al Covid-19 sui social media o all’inefficacia delle cosiddette app per il coronavirus. La pandemia è stata la prova generale di quello che dovrebbe essere il progetto umano per il ventunesimo secolo, un matrimonio stabile e fruttuoso tra il verde e il blu. Possiamo farne un successo insieme e facendo affidamento su più e migliore filosofia, non su meno. […]”
Ho aperto questo mio breve “topic” con un estratto dell’ultimo libro (Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide. – Cortina Raffaello Ed. 2022) del Prof. Luciano Floridi, Filosofo e tra i massimi esperti di etica informatica ed applicata all’AI.
Soltanto pochi periodi dai quali, tuttavia, si evince chiaramente che non può esistere una buona tecnologia e una buona Intelligenza Artificiale senza una buona etica o, come l’ho già definita altre volte1, (po-)Etica.
Termine che utilizzo per sottolineare come una buona filosofia diventa “migliore” solo quando viene utilizzata dal “sistema-società” per produrre risultati tangibili; pensiero che si trasforma in azione (dal greco: poièo = produrre; ethikos: = teoria del vivere).
D’altronde, è parimenti riconosciuto dai più che senza una buona etica non può esistere né una buona medicina né, va da sé, una buona IA della Sanità.
Il Pensiero costruito da Floridi risulta essere, a mio giudizio, il miglior approccio possibile per iniziare a convivere in modo produttivo con l’IA; una filosofia del progresso costruita su e per l’Uomo e non uno sterile algoritmo finalizzato a ri-plasmare la Collettività in relazione alle potenzialità della macchina.
Per il resto, ovviamente, spetta invece a noi tutti (sistema-società) impegnarci al fine di trasformare questo Pensiero in (po-)Etica.
Sostenere che lo sviluppo tecnico-scientifico possa da solo sopperire alle carenze strutturali ed umane della nostra sanità, non soltanto potrebbe risultare infruttuoso, ma potrebbe addirittura dimostrarsi controproducente, specie qualora si optasse per la scelta di mettere l’intelligere umano al servizio dell’agere artificiale.
Pertanto, al fine di non rendere vana – o addirittura dannosa – quest’enorme possibilità che la scienza ci sta donando, ritengo auspicabile che la Politica e le Amministrazioni (anche aziendali) comincino ad attuare piani organizzativi e di programmazione focalizzati in primis sui bisogni comunità e che sappiano tener conto delle reali risorse umane a disposizione.
Norme e regole chiare, non pensate e modellate a posteriori sulle potenzialità dell’IA, ma costruite a priori – naturalmente nelle sedi opportune – e dettate da una buona e migliore filosofia (anche del prendersi cura).
A tal proposito, mi sento di accogliere con ritrovato entusiasmo la recente notizia che, dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Bologna e quella di Oxford, è stato stilato il primo approccio mondiale per aiutare le organizzazioni a rispettare i futuri regolamenti sull’Intelligenza Artificiale in Europa.
Un lavoro unico nel suo genere, che mira a “sostenere le imprese a rispettare la proposta di legge Europea sull’intelligenza artificiale (AIA) del 2021, e a prevenire o ridurre al minimo i rischi che l’AI si comporti in modo non etico e danneggi gli individui, le comunità, la società in generale e l’ambiente”2 e che invito a consultare accedendo al seguente link: capAI – A Procedure for Conducting Conformity Assessment of AI Systems in Line with the EU Artificial Intelligence Act
… di Zairo Ferrante
(Segretario Regionale Sindacato Nazionale Radiologi; Emilia Romagna)
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