(Adnkronos) – “Una scena di quotidianità: un soldato osserva una zingara che sta allattando il suo bambino – nuda, impudica – figure inserite in un paesaggio”. Protagonista “il miracolo della natura, un cielo squarciato da un fulmine”. È ‘La tempesta’ di Giorgione, raccontata da Giovanni Carlo Federico Villa, autore della monografia dedicata all’artista di Castelfranco, uno dei maestri della Scuola Veneta. L’ultimo volume della collana d’arte del gruppo Menarini, a cura di Silvana editoriale, presentato a Venezia sabato 15 ottobre, è un viaggio che, da una Venere all’altra, porta fino all’Olympia di Manet. Dalla Venezia del Cinquecento – stagione di Palma il Vecchio, Sebastiano del Piombo, Tiziano – fino agli impressionisti: l’eredità, l’impronta del Giorgione è nella “dolcezza di uno sguardo, la delicatezza di uno sfumato, la capacità di raccontarci il metallo con le sue rifrazioni – elenca Villa – di rendere nell’immagine di un’anziana, che si porta la mano al petto con un piccolo filattero su cui è scritto ‘Col tempo’, i segni” dei tanti inverni ormai alle spalle, “in una bocca sdentata, lo sguardo che ha tutto il peso degli anni, i capelli fatti di fili sottilissimi”.