(Adnkronos) – L’emergenza denatalità è una crisi sociale ma anche biologica. L’inquinamento atmosferico e quello elettromagnetico, uniti a stili di vita poco sani, stanno danneggiando irreparabilmente il patrimonio genetico degli spermatozoi, compromettendo le probabilità di concepimento dell’uomo e rendendolo più suscettibile alle malattie. Con danni che aumentano nel tempo. Così già dai 35 anni in su, i danni accumulati possono impedire il concepimento o aumentare le probabilità di trasmettere ai figli difetti genetici ed epigenetici che favoriscono patologie nell’infanzia, nell’età adulta e addirittura alle successive generazioni. A tracciare il quadro Luigi Montano, Uroandrologo della Asl di Salerno e past president della Società italiana di riproduzione umana (Siru), alla vigilia del suo intervento agli Stati Generali della Fertilità, domani a Roma.